ArcheologiaMateria

Il teschio di cristallo Mitchell-Hedges

Tratto dal link originale : https://itesoriallafinedellarcobaleno.com/tag/mitchell-hedges/

Un’antica leggenda maya narra che nel mondo esistono 13 teschi di cristallo, a grandezza naturale, che racchiudono misteriose informazioni sull’origine, lo scopo e il destino dell’intera umanità. Nel momento in cui l’umanità si troverà ad affrontare un pericolo che metterà a repentaglio la sua stessa esistenza, saranno i 13 teschi di cristallo, riuniti insieme, a salvare il mondo dalla distruzione. Starà all’Umanità comprendere il loro messaggio.

IL TESCHIO MITCHELL-HEDGES: tra storia e leggenda

All’inizio del XX secolo Thomas Gann, professore di Archeologia del Centro America all’Università di Liverpool, scopre  la città di Lubaantun, un sito maya nel Belize meridionale.

Immagine
Foto: La posizione geografica della città di Lubaantum

Nel 1915, Raymond Merwin, del Peabody Museum dell’Università di Harvard vi guida una successiva spedizione. La zona viene ripulita dalla vegetazione, viene dettagliatamente mappata e vi vengono scattate alcune fotografie.

Immagine
Foto: Il sito di Lubaantun

Nel 1926 il British Museum finanzia degli scavi che accertano la data di costruzione della città, collocandone la massima fioritura in un periodo compreso fra il 730 e l’890 d.C. Da tali analisi risulta che la città sia stata abbandonata di colpo, fatto insolito per noi, ma non per la civiltà Maya (è un fatto risaputo che tante altre città Maya sono state misteriosamente abbandonate senza un motivo apparente).

Dopo la spedizione del British Museum, Lubaantun, trascurata dagli archeologi, diventa fertile terreno di saccheggio.

Nel 1927, l’archeologo Frederick Albert Mitchell- Hedges insieme alla figlia Anna partono per una spedizione in Belise. Quel viaggio cambierà per sempre le vite di tutti e due. Nella città di Lubaantun, alla base del muro di un edificio, Anna nota qualcosa che riflette la luce in un modo spendido: un teschio di cristallo. Da quel momento, Anna terrà sempre con sé il prezioso tesoro, chiamato d’allora, Teschio Mitchell-Hedges.

Immagine
Foto: Frederick Albert Mitchell-Hedges e la figlia Anna

Il teschio Mitchell-Hedges è il più importante fra i teschi rinvenuti. E’ stato ricavato da un unico blocco di cristallo di quarzo con straordinarie doti di lucentezza. La sua superficie, trasparente alla luce, è del tutto levigata. E’ alto 17 cm, largo altrettanto e profondo 21 cm. Eccezione fatta per il peso, che è di 5 kg, rispecchia le misure di un cranio umano.

Immagine
Foto: Il teschio di cristallo Mitchell-Hedges 

Nel 1970 il laboratorio Hewlett-Packard di Santa Clara (California, USA), specializzato nell’analisi di quarzi e cristalli, lo sottopone ad una serie di approfonditi esami, ai quali partecipa anche un esperto di gemmologia: l’americano Frank Dorland. i risultati raggiunti sono sconcertanti.

Il Teschio di cristallo Mitchell-Hedges ha la mascella smontabile (rinvenuta in un secondo momento) ed ambedue i pezzi, provengono dallo stesso blocco originario di cristallo, frutto di una separazione giudicata imposibile per la natura fragile del cristallo stesso.

Dal punto di vista tecnico, il teschio è un oggetto che “non dovrebbe esistere”: anche con le strumentazioni odierne sarebbe estremamente difficile riprodurlo. Bisogna tener conto ,a questo punto, che l’indice di durezza del quarzo è di poco inferiore all’indice di durezza del diamante e che pertanto costruire qualcosa di così rifinito è un’impresa tutt’altro che facile.

La prima sorprendente conclusione del laboratorio Hewlett-Packard, è che il teschio sia stato inciso procedendo in senso contrario rispetto all’asse naturale del cristallo, rispetto cioè all’orientamento dei suoi piani di simmetria molecolare. Questo procedimento è molto rischioso: comporta il costante pericolo che un colpo non preciso dello strumento usato per sbozzare il blocco ne causi la frammentazione.  I tecnici della Hewlett-Packard analizzarono accuratamente al microscopio la superficie del teschio, eppure non riuscirono ad individuare alcun graffio che attesti l’impiego di uno strumento per la levigazione. Questa circostanza meraviglia molto Frank Dorland che non riesce a spiegarsi quale tecnica di lavorazione sia stata usata.

Altro elemento sorprendente è che l’oggetto sembra avere al suo interno una serie di lenti e prismi che gli consentono di riflettere la luce in modo particolare quando ne viene attraversato: il quarzo allo stato naturale, infatti, non produrrebbe i giochi di luci che produce il teschio Mitchell-Hedges.

Un lavoro enorme, quindi, che rivela una grandissima padronanza tecnica, un lavoro che lascia senza parole gli esperti che lo esaminano e i cui procedimenti non si conoscono ancora.

Anna Mitchell- Hedges non consentirà più, in futuro, che il suo teschio sia sottoposto a ulteriori analisi. E’ morta centenaria, il 04/11/2007

Chiunque l’abbia fatto e qualunque ne sia stato l’utilizzo, il teschio Mitchell-Hedges suscita reazioni contrastanti in chi lo osserva: alcuni ne sono affascinati, altri confusi o perfino turbati. Ma una domanda nasce nella mente di ognuno: quanto c’è di vero nell’antica leggenda Maya?

Altri 12 teschi  simili sono stati rinvenuti finora in diverse parti del globo.

Ora si trovano in vari musei o in collezioni private, qui sotto 2 esempi custoditi in Europa

Immagine
Foto: Il teschio di cristallo custodito nel Museo del Trocadero, Parigi
Immagine
Foto: Teschio di cristallo custodito nel British Museum di Londra.

Da questo enigma archeologico e antropologico ha origine il romanzo/saggio “Il mistero dei Teschi di Cristallo” di Sebastiano Fusco, pubblicato dalle Edizioni Mediterranee, nel 2008.

La lettura del libro sorprende, sia per la lucidità delle supposizioni e della ricerca, sia per la maniera analitica, quasi scientifica con la quale l’autore mette sotto una  lente d’ingrandimento i vari argomenti: dall’antropologia, alla magia, dalla neurologia al funzionamento della psiche. Il libro diventa così un buon punto di partenza per una ricerca, per approfondimenti su uno dei più inquietanti misteri del mondo: i 13 teschi di cristallo.

Tratto dal link originale : https://itesoriallafinedellarcobaleno.com/tag/mitchell-hedges/

link al video : https://www.youtube.com/watch?v=7JZ0zlU1seo

Cosa rende il Teschio del British Museum un falso ?

Dettaglio dei denti del teschio presi in esame ed ingranditi

Sebbene il teschio di cristallo sia molto lucidato, rimangono tracce di segni di utensili dalla sua scultura.
Di queste impronte sono state realizzate delle forme utilizzando una speciale cera dentale al silicio e queste sono state esaminate ad alto ingrandimento al microscopio elettronico a scansione (S.E.M.). L’indagine dettagliata ha rivelato prove evidenti che alcune caratteristiche sono state scolpite utilizzando ruote da taglio rotanti. Questo tipo di attrezzatura non era disponibile fino a dopo la conquista spagnola del Messico nel 1521, quindi il cranio non può essere di manifattura azteca. Invece, sembra probabile che sia stato effettivamente realizzato da europei che lavoravano in Germania o in Brasile durante la fine del XIX secolo.

Tratto dal sito link origine : http://www.margheritacampaniolo.it/archeo/teschio.htm

Personalmente, l’ho osservato da vicino, quello che non m’ha convinto sono state le orbite degli occhi, visibilmente realizzate con trapanazione (n.d.a.)

Come fu acquistato il teschio del British Museum?

Tratto dal sito link origine : http://www.margheritacampaniolo.it/archeo/teschio.htm

Il lavoro dell’archivista Jane Walsh del Smithsonian Institution di Washington punta il dito del sospetto su Eugene Boban, un collezionista di manufatti pre-Colombiani del 19° secolo il quale sembra aver contribuito alla vendita di almeno due teschi di cristallo con la pretesa di essere di antica origine.

Non si conosce molto su Boban eccetto il fatto che sia un cittadino Francese che ha speso più di due decenni della sua vita in Messico, ha detto il Dottor Walsh.

I documenti scoperti dal dottor Walsh rivelano che fu Boban ad aver acquisito il teschio che in seguito si rivelò essere stato venduto nel 1897 da Tiffany, il gioielliere di New York (e probabilmente l’unico ad avere a disposizione le apparacchiature necessarie all’epoca), al British Museum.

Ha anche scoperto che Boban qualche anno prima aveva tentato di vendere lo stesso teschio allo Smithsonian Institution. E fu Boban che vendette un teschio di cristallo simile, ad un collezionista che in seguito lo donò al Musée de l’homme di Parigi dove si trova ancora oggi.

Per Boban venire in possesso dei due teschi di cristallo che si pretende essere di origine pre-Colombiana può essere una coincidenza molto remota, specialmente alla luce della nuova prova scientifica che suggerisce un falso.

Conclusioni :

Se i Teschi di cristallo al British Museum di Londra e quello al Musée de l’homme del Trocadero di Parigi (realizzati in monoblocco) possono essere dei falsi, non lo è il Teschio di Mtichell-Hedges, la separazione della mandibola dal blocco singolo di cristallo, suggerisce che sia stata usata una tecnica che consente la manipolazione della materia ovvero quella dell’Antico Taglio.

Link alla pagina da consultare : https://www.fortunadrago.it/5503/antico-taglio-ancient-cut/