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Rolando Pelizza e quell’ultimo tentativo

Di Rolando Pelizza è stato trattato nel precedente articolo : Lo strano caso di Rolando Pelizza al seguente link https://www.fortunadrago.it/6137/lo-strano-caso-rolando-pelizza/

Per dovere di cronaca, vanno documentati l’impegno di Rolando Pelizza ed i tentativi di rendere la macchina ideata da Ettore Majorana fruibile all’umanità tutta e non relegare l’uso come arma bellica.

Quell’ultimo tentativo

Tratto dal sito originale : http://www.ilsegretodimajorana.it/

Rolando Pelizza

Rolando Pelizza è nato nel 1938 a Chiari, una cittadina della Lombardia, da un’operosa famiglia benestante, commerciante in calzature. Le sue prime attività furono in quel settore, poi si dedicò ad altre iniziative economiche aprendo degli uffici a Roma e intessendo anche dei rapporti di affari in Europa, soprattutto in Spagna e in Svizzera.

Nel 1976 egli fu ingiustamente imprigionato con l’accusa di concorso in sequestro di persona, con la conseguenza di un tracollo economico per le sue società.

Rilasciato (e poi sarà assolto), nel giugno dello stesso anno sulla piattaforma di un forte in alta montagna, con un esperimento mostra ad alcuni conoscenti come sia capace di annichilire una roccia mediante una piccola macchina da lui costruita, affermando di usare l’antimateria.

Da qui altri esperimenti e laboriose trattative con dei Governi (U.SA., Italia, Belgio e la stessa NATO) e l’interesse di questi per l’invenzione.

Nei molti altri esperimenti eseguiti, egli ottiene non solo la possibilità di distruggere elementi con la sua macchina, ma soprattutto dimostra di ottenere grandi quantità di energia a costo zero.

Pelizza, pur di fronte a molte offerte economiche strabilianti, non vuole cedere quel suo ritrovato,temendo che possa essere utilizzata per fini bellici: e già allora c’è la bramosia di tanti interessati a mettere le mani su quel congegno e nel contempo tutta una campagna di disinformazione e depistaggio allo scopo di fare terra bruciata attorno a lui.

Proprio per questoha avuto un mandato di cattura internazionale “per aver costruito un’arma senza regolare licenza” (!) –di fatto la sua macchina già da allora è vista non come strumento utile bensì come potenziale ed efficace arma distruttiva, il così detto “raggio della morte”-, per cui nel 1982 egli si rifugia all’estero ove vi rimane per quasi dodici anni.

Assolto e al suo rientro in Italia nel 1993 fino a oggi per quasi ulteriori venti anni, Pelizza pur tra mille difficoltà economiche per finanziarsi prosegue le sue costose ricerche .

Da tempo egli ha più volte affermato, e i suoi esperimenti documentati rimarrebbero inspiegabili se non fosse così, di aver conosciuto e frequentato –sia pure saltuariamente- il grande fisico Ettore Majorana in un convento e dello stesso essere stato il braccio operativo nel costruire e congegnare una macchina atta a ottenere la conferma sperimentale della teoria di fisica atomica elaborata dal grande fisico scomparso nel 1938.

Certo una tale macchina è in grado di modificare gli equilibri economici mondiali, e non solo quelli, e si possono ben capire le bramosie e gli intrighi che ha suscitato e come si sia impedito a Rolando Pelizza di poter fare anche in questi ultimi tempi una prova ufficiale sotto il controllo e la certificazione di persone qualificate.

Questo impedimento, fatto da pressioni psicologiche, di intimidazioni, di veri e propri ricatti e di molto altro ben più grave, rappresenta la continuazione del discredito iniziale scientemente sparso su di lui soprattutto attraverso la disinformazione mediatica concepita negli ambienti dei servizi segreti specializzati nella “organizzazione della disinformazione” e in tutte quelle altre azioni, compreso il ridurlo e tenerlo in condizione di estrema povertà, ossia con tutto ciò che in gergo tecnico viene definito “intossicazione dell’ambiente”.

Pelizza, che ha sempre vissuto e operato nell’intento di utilizzare la macchina a vantaggio di tutti, non dispera però di raggiungere il suo obiettivo, poiché se in questi ultimi anni egli ha avuto contatti e rapporti interlocutori con varie personalità, con ricercatori, Enti, c’è che soprattutto ultimamente la Santa Sede si è mostrata particolarmente interessata per l’utilizzo pacifico di questa macchina a vantaggio delle popolazioni povere.

1 Marzo 2016

Comunicazione 1 Marzo 2016

Tratto dal sito originale : https://www.rinodistefano.com/it/documenti/piani-costruzione-macchina-pelizza.php

15 Febbraio 2017

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Fino ad arrivare all’ultima comunicazione conosciuta

Tratto dal sito originale : http://www.majorana-pelizza.it/

Luglio 2017

Sono Rolando Pelizza e questa vicenda ebbe inizio nel 1958, quando avevo venti anni.

Dopo un breve periodo di frequentazione con il Prof. Majorana e di apprendimento dei “Suoi” rivoluzionari principi di matematica e fisica, Egli mi disse: “se decidi di seguire i miei insegnamenti, sappi che dovrai lavorare intensamente, ed a risultato raggiunto potresti avere molti problemi”.

Accettai senza tentennamenti e riserva alcuna: ero entusiasta e lusingato di quanto mi stava accadendo.

Oggi sono trascorsi 59 anni e la predizione di Ettore si è pienamente avverata.

Con grande amarezza dichiaro quanto segue…

Oltre mezzo secolo di studi da parte di Ettore Majorana e di mie sperimentazioni hanno permesso la realizzazione di una macchina che avrebbe potuto portare benessere ed incalcolabili benefici all’Umanità.

Essendo la realizzazione pratica di nuovi principi di matematica e di fisica che tuttora non trovano riscontro nelle conoscenze ufficiali, questa scoperta è in grado di produrre calore praticamente a costo zero (essendo alimentata solamente da una batteria da 12 volt) e successivamente utilizzarlo per produrre energia elettrica. Inoltre può trasmutare qualsiasi elemento della materia in un altro. Gli impieghi, come ben si può immaginare, sarebbero innumerevoli, basti pensare che potrebbe eliminare l’anidride carbonica nell’atmosfera e ricostruire lo strato di ozono, che ormai sappiamo essere insufficiente per la protezione del nostro pianeta dai raggi solari. Devo purtroppo usare il condizionale in quanto l’Umanità è stata privata di tutti questi possibili benefici a causa del volere di pochi.

Nel rendere pubblici gli esperimenti da me eseguiti per mettere a punto la “macchina”, mi sono sempre raccomandato che fossero evidenziati gli scopi di questa mia scelta, ossia

  • che questo fosse l’unico modo per rendere tutti consapevoli delle grandi opportunità che la realizzazione della macchina offriva
  • che il grande merito scientifico dell’elaborazione della teoria fisica sulla quale si basa la “macchina” non è dovuto a me, bensì a Ettore Majorana
  • che, ancor prima che un “strumento”, questa è da considerarsi un grande dono che Dio ha concesso a tutta l’Umanità, dono che non dovrà mai essere utilizzato per accrescere il potere di questo o quell’altro “grande” della Terra, inteso come Stato o Centro di potere. Al contrario, dovrà essere gestito a vantaggio di tutti gli esseri del creato, proiettandoli verso un futuro migliore o meglio garantendo loro un futuro, visto che il nostro è seriamente messo a grave rischio.
    Purtroppo questo straordinario ritrovato tecnologico, la “macchina”, già dai primi esperimenti non fu considerato come strumento utile all’Umanità intera, ma pressoché unicamente come “arma” dagli effetti sconvolgenti, in grado di modificare gli equilibri mondiali. Il risultato fu che si crearono bramosie, si configurarono intrighi e furono messi in atto veri e propri ricatti nei confronti miei e del mio Maestro. Oltretutto, siamo stati oggetto di reiterati e sistematici furti di documenti, materiali, prototipi e “macchine” già completate.
    La mia conoscenza e frequentazione, sia pur saltuaria, con Ettore è stata dimostrata sia direttamente tramite foto, filmati e documenti eccezionali presenti in questo sito (e ancora di più nel libro “2006: Majorana era vivo!” , che riprende e amplia i precedenti due libri “Il Dito di Dio”, “Il Segreto di Majorana, due uomini una macchina“). A questi si aggiungono una serie di esperimenti da me eseguiti su indicazione del mio Maestro, che restano ancora oggi incomprensibili ai più preparati fisici.
    Fin dall’inizio, siamo stati costantemente ostacolati ed è stata impedita qualsiasi nostra iniziativa o applicazione pratica della ”macchina” per il beneficio collettivo. Non solo, anche le mie iniziative imprenditoriali sono state sistematicamente boicottate, anche se nulla avevano a che vedere con questa.Un esempio: già nel 1972 avevo messo a punto una spugna idrorepellente e oleofila in grado di assorbire in modo ecologico eventuali versamenti di idrocarburi nelle acque in caso di disastri ambientali; profondamente immerso nei miei esperimenti sulla “macchina” in quegli anni non ebbi modo di commercializzarla. Nel 2007 gli stessi che mi osteggiavano nei miei progetti umanitari mi proposero, in cambio dei materiali che avevo prodotto, vedi foto, un pagamento dell’ordine del 50% del valore. Per giustificare questo pagamento proposero di notiziare il know della spugna creando così il contesto per giustificare il pagamento. Venne così organizzata, da miei conoscenti, una mia intervista con il giornalista Dott Colavolpe sull’argomento “spugna”, andata in onda su RAI2, che non mi procurò nient’altro che un’ulteriore inutile attesa del mantenimento di tante promesse.L’ultimo episodio di vera e propria vessazione nei miei confronti è avvenuto quando un gruppo armato si presentò a noi intimandoci di seguirli per una destinazione non specificata; Ettore si oppose fermamente temendo per la probabile separazione dalla mia famiglia e si offrì di seguirli spontaneamente in cambio della mia libertà. Così avvenne e in quell’occasione ci furono sottratte due macchine complete ed una in costruzione, oltre agli scritti del maestro riportanti i suoi progressi nel perfezionamento della IV fase dell’utilizzo della “macchina”.Nell’anno 2000, Majorana in una lettera mi esortò ad abbandonare ogni progetto riguardante la “macchina” poiché temeva per la mia incolumità e pensava che di fronte a certe potenze tutto sarebbe stato vano. Io proseguii per la mia strada seguendo la mia coscienza, che non mi permetteva di abbandonare un progetto così importante per l’Umanità che ora, con il senno di poi, devo considerare ahimè solo come un enorme insieme di problemi e traversie che hanno costellato la mia vita, impedendomi di vivere a fondo il rapporto con i miei cari, un diritto di cui ogni uomo dovrebbe poter godere.Nel 2014 ho rivolto un pubblico appello a tutti gli uomini liberi e di buona volontà. Ho divulgato l’esistenza di questa tecnologia di cui ho dato ampia dimostrazione a ben 3 stati (gli USA, l’Italia, il Belgio di fronte alla stessa Nato), ho anche spiegato le sue applicazioni concrete che potrebbero migliorare, o meglio, salvaguardare l’esistenza dell’Umanità, come voleva Ettore Majorana e come voglio io che l’ho costruita.Non chiedevo finanziamenti, ma la possibilità di metterla a disposizione per tutti i possibili usi pacifici e a vantaggio innanzitutto del mio Paese, dell’Europa e di tutto il resto del mondo, ma questo mio appello, probabilmente per contrari interessi superiori, è rimasto “lettera morta”.

    Ora sono logorato da tanti anni di ricatti e battaglie con i maggiori gruppi di potere, i quali hanno già avuto e vorrebbero continuare a pretendere di avere gli esclusivi benefici dell’uso di questa “macchina”. D’ora in poi mi dedicherò solo allo sviluppo ed alla commercializzazione di altre mie invenzioni tecnologiche a cominciare dalla “spugna”. Lo devo innanzitutto ai miei cari, a me stesso e anche a Ettore Majorana che già mi aveva esortato di abbandonare il progetto “macchina”.

    Con oggi ho deciso quindi di non fare più nulla che sia inerente a questa scoperta e ho distrutto tutto ciò che mi era rimasto del progetto, compresi alcuni codici indispensabili per l’utilizzo della “macchina”.

Con tanta amarezza, Rolando Pelizza

P.S.: I documenti, filmati e fotografie sono copie degli unici originali di esclusiva proprietà di Rolando Pelizza. Tutto il materiale pubblicato e stato periziato da esperti qualificati che ne confermano l’origine, senza aver subito alterazioni. Chi volesse copiare o riprodurre il materiale in questione può farlo solo a condizione di citarne la fonte, non alterarne in nessun modo il contenuto e non utilizzarlo per fini commerciali. Questo è l’unico sito ufficiale di Rolando Pelizza, e qualsiasi pubblicazione presente nel web non può essere a lui attribuita, né direttamente riconducibile.

Tratto dal sito origine : http://www.majorana-pelizza.it/

 

R.i.P. Rolando Pelizza : “Mancó la fortuna, non il valore!”
Rolando Pelizza nel 1958 aveva 20 anni ed esercitava una redditizia attività industriale di famiglia, quando venne a conoscere Ettore Majorana personalmente. Da allora il suo genio e la sua grande etica, lo spinsero a collaborare con questi, tanto che la sua vita si è legata inestricabilmente a quella del grande genio italico scomparso ufficialmente nel 1938. In questa intervista Piero Maravalli ci racconta alcuni retroscena e le meraviglie che compiva quella che potremmo definire la “straordinaria macchina di Dio”. Inoltre ci descrive il primo incontro ed i primi passi fatti da Rolando sotto l’istruzione di Ettore, la costruzione delle prime costosissime macchine che all’inizio si autodistruggevano al primo utilizzo e che poi hanno cominciato a dare i risultati attesi. Accenna inoltre alle prime persecuzioni che hanno colpito Pelizza e che lo hanno costretto ad isolarsi in esilio per 11 lunghi anni. Maravalli testimonia che la genialità ingegneristica di Pelizza permise l’attuazione delle teorie del fisico Majorana. Pelizza non fu quindi solo il più abile discepolo di Majorana, ma il suo braccio destro.

Le parole del giornalista Rino di Stefano :

ROLANDO #PELIZZA CI HA LASCIATO
#RolandoPelizza non ce l’ha fatta. La notte scorsa il suo cuore ha cessato di battere mentre combatteva contro il male del secolo nel suo letto all’ospedale “Mellino Mellini” di #Chiari (BS), dove era ricoverato da venerdì 7 gennaio. Ma il #Covid ha vinto e il vecchio leone ha dovuto arrendersi al virus che gli aveva distrutto i polmoni. Inutili le cure e l’assistenza che gli hanno prestato, al di là di ogni possibile tentativo, i medici e i sanitari della struttura ospedaliera. Inutili anche gli incredibili sforzi dei famigliari che lo hanno assistito con infinito amore nel corso della sua degenza. Il destino ha fatto il suo corso. Tra 34 giorni avrebbe compiuto 84 anni.
Più volte in questi mesi mi è capitato di scrivere un ultimo saluto ad amici che se ne sono andati. Ma con Rolando è diverso. Chi non lo conosceva, e ha combattuto le sue ricerche, lo considerava un personaggio controverso. Chi, invece, ha avuto il privilegio di conoscerlo e frequentarlo sapeva che, al di là di tutti i suoi segreti che tanto gelosamente conservava, Rolando Pelizza era un uomo buono e generoso, intimamente religioso e molto attaccato alle persone che gli volevano bene. Come diceva un suo carissimo amico, Rolando non sapeva mentire, anche se tendeva a confondere la realtà quando si rendeva conto che poteva svelare parte delle sue conoscenze. E molte volte lo faceva proprio per proteggere coloro che gli erano vicini.
Ho conosciuto Rolando Pelizza nel 2010, un anno dopo che avevo iniziato le mie ricerche sul suo caso. Non è stato facile fargli capire che volevo soltanto scoprire la verità sulle sue ricerche, alla luce di quanto potessero fare per il bene dell’umanità. Era abituato al fatto che tutti coloro che cercavano di contattarlo lo facessero per scoprire i segreti della sua macchina. E solo in un secondo tempo, quando la nostra conoscenza era diventata confidenza e amicizia, mi parlò del suo presunto e misterioso contatto con lo scienziato #EttoreMajorana che sarebbe stato colui che aveva scoperto una nuova fisica e avrebbe progettato la famosa macchina. Dico subito, per chi ancora avesse dubbi, che quella macchina esisteva davvero. Che non erano affatto bugie i contatti che ebbe con tre governi, a livello ufficiale. Esistono molte prove documentali a questo riguardo. E non si possono ignorare le perizie che hanno autenticato lettere e foto di #Majorana. Così come corrisponde al vero la presenza di oscuri “sorveglianti” che intervenivano ogni qualvolta lui tentava di realizzare quella benedetta macchina. Potrei ipotizzare l’identità di questi “uomini in nero”, ma l’unica vera certezza è che lui li conosceva bene e sapeva di che cosa fossero capaci. Forse è anche per questo che cercava di tenere famigliari e amici all’oscuro delle sue conoscenze.
Adesso si pone un interrogativo: con Rolando Pelizza scompare anche la sua incredibile esperienza, oppure qualcuno riceverà una sua (improbabile) eredità scientifica? A volte ho affrontato questo discorso con lui. Gli ho fatto notare che sarebbe stato un peccato che una conoscenza scientifica di quel livello scomparisse nel nulla con l’esistenza di una persona. Ma lui non mi ha mai risposto. Mi guardava e sorrideva, come chi fa capire che ha qualcosa in serbo. Ma di che cosa si tratti e a chi sia eventualmente destinato tanto sapere non me l’ha mai detto.
Comunque sia, il ricordo che Rolando Pelizza ha lasciato nella mia vita è indelebile. Ed è il ricordo affettuoso e stimolante di una delle persone più eccezionali che io abbia mai conosciuto. Che Dio lo abbia in gloria e riposi in pace. Quella stessa pace che nel corso della sua travagliatissima esistenza raramente ha provato.
Desidero dunque esprimere alla sua famiglia, anche a nome di mia moglie Loriana e di nostro figlio Daniele, le mie più sincere e sentite condoglianze, sentendomi realmente vicino a tutti loro in questo straziante momento della loro vita. Per chi volesse rivolgere l’ultimo saluto a Rolando, i funerali si svolgeranno martedì 25 alle ore 14,30 nella chiesa dei Santi Faustino e Giovita, in via Morcelli 7, a Chiari (BS).
RDS 23 Gennaio 2022