Fusione di metalli a distanza

Tratto da “L’atomo magnetico” di Pier Luigi Ighina  

I metalli sono materie aventi atomi fermi, cioè atomi che non si muovono se non vengono eccitati continuamente. Infatti, sintonizzando gli atomi dei metalli ed aumentandone le vibrazioni, si distaccano fra di loro e producono, come si dice, la fusione del metallo.  

Nel fare una di queste prove, osservai che con l’apparecchio si poteva sintonizzare il metallo in esame anche a una certa distanza, ma solo in determinati casi. Cercai allora di approfondire la cosa, e non molto tempo dopo risolsi in problema per il fenomeno si attrazione degli atomi in forza del qualepiù un atomo è veloce nel suo movimento, più attira un altro atomo. Col mio apparecchio si producono invece vibrazioni di atomi molto più veloci che attirano uno dietro l’altro, gli atomi magnetici che incontrano nell’etere, formando un canaletto con questi ultimi atomi.  

Più aumenta la vibrazione, più il canaletto aumenta di lunghezza,tenendosi però sempre nella direzione prestabilita dell’apparecchio.  

Ma poichè mi accorsi che il canaletto veniva disturbato dagli altri atomi magnetici, decisi di eliminare l’inconveniente.  

Invece di formare un solo canaletto, ne formai cinque nella stessa direzione, creando così una specie di tubo vuoto nel mezzo.Mentre nel tubo formato dai cinque canaletti mantenevo costante le vibrazioni sino al punto voluto, calcolando il tempo occorrente per la formazione del tubo stesso e il punto delle vibrazioni, lanciai nel tubo un altro canaletto con vibrazioni variabili sino a raggiungere la sintonizzazione degli atomi della materia che volevo eccitare.  

Dispositivo per la fusione metalli

 

Il primo esperimento a distanza eseguito nel 1946 nel tratto fra la piazza maggiore d’imola e la torre del mio laboratorio in via Aldrovandi, fu la fusione di metalli a distanza.  

Per non arrecare danni a terzi, formai un metallo composto da rame, stagno e molibdeno. Eseguii l’esperimento in presenza del giornalista Giuliano Canotti, redattore di un quotidiano bolognese, dell’agente di campagna Andrea Folli e dei suoi familiari.  

La fusione del metallo da me collocato nella stessa torre del mio laboratorio , venne eseguita dalla terrazza della casa del predetto signor Folli, in via Emilia,51. L’esperimento riuscì senza alcun inconveniente, e la fusione risultò perfetta.  

Altor esperimento venen da me eseguito nei sotterranei della cantina del Castellaccio, in via Romeo Galli,4 alla presenza di alcuni operai, ottenendo i medesimi risultati.  

Considerazioni :  

Chiaramente il device per la fusione a distanza va collegato alla macchina generatrice dei monopoli e controllato tramite essa. 

Non si può essere molto contenti d’una simile invenzione, qualunche banca o cassetta blindata non sarebbe più tale!

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