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IL “SEME MAGNETICO” CHE DIEDE VIA ALLA VITA VEGETALE SULLA TERRA

Tratto dal link origine : http://www.antikitera.net/news.asp?ID=13492&T=5

Nel campo magnetico c’è il “seme” che ha consentito la comparsa di gran parte delle piante e dei fiori oggi presenti sulla Terra: a ogni sua variazione sensibile, infatti, ha corrisposto la comparsa di nuove specie.

È la scoperta realizzata da Massimo Maffei dell’Università di Torino e pubblicata su “Frontiers of Plant Science”.

Link : https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fpls.2014.00445/full

Maffei, con Angelo De Santis dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ha dimostrato che, in concomitanza con le fasi di inversione dei poli magnetici, si sono verificati processi evolutivi specifici.

Quello del campo è un fenomeno complesso: non è costante né uniforme nello spazio, ma con inversioni dei poli che si verificano periodicamente ogni 300 mila anni. Protegge la Terra dal vento solare – le particelle cariche provenienti dalla nostra stella – ma il suo ruolo a favore della vita non si esaurisce qui. Influenza, infatti, il mondo vegetale in due modi.

Reazioni di attivazione e inattivazione del criptocromo . La luce blu attiva il criptocromo assorbendo un fotone dal cofattore flavinico. FAD viene promosso a uno stato FAD * eccitato e riceve un elettrone da un vicino triptofano, portando alla formazione della coppia radicale [FADH • + Trp •], che esiste negli stati di spin dell’elettrone complessivo di singoletto (1) e tripletto (3) da interconversioni dipendenti dal campo geomagnetico coerente. In condizioni aerobiche, FADH • lentamente ritorna allo stato inattivo FAD iniziale, attraverso la FADH anche inattiva – stato del cofattore Flavin
In primo luogo alterando il Dna: durante le inversioni di polarità tutte le forme di vita sono esposte a una più intensa radiazione cosmica, capaci di produrre mutazioni genetiche che sono la base per l’emergere e la selezione di nuove specie.

In secondo luogo, le piante, più che gli animali, sembrano essere ipersensibili alle variazioni del campo magnetico, perché dotate di sistemi di “magnetopercezione”: sono quelli che trasmettono i segnali al Dna, inducendo l’attivazione di numerosi geni e causando cambiamenti nei processi di accrescimento.

La storia evolutiva delle piante . L’abbondanza e la diversità dei fossili vegetali aumentano nel periodo siluriano, dove sono state trovate le prime prove macroscopiche di piante terrestri. Esistono prove dell’evoluzione di diversi gruppi di piante del periodo tardo devoniano e primo carbonifero (felci omosessuali e gimnosperme). Dal tardo devoniano fino alla base del tardo periodo Cretaceo, le gimnosperme subirono drammatiche radiazioni evolutive e divennero il gruppo dominante di piante vascolari nella maggior parte degli habitat. Probabilmente anche le piante da fiore hanno avuto origine in questo periodo, ma non sono diventate una parte significativa della flora fossile fino alla metà del periodo Cretaceo

Questi possono alterare i cicli biologici, modificando per esempio le fioriture. Il tutto, a sua volta, ha forti ripercussioni sugli insetti impollinatori e quindi sui frutti che la pianta produce e, da ultimo, sulla forza di resistere alle pressioni della selezione naturale. Lo stress così ingenerato fa sì che solo le specie più forti – dotate di mutazioni vantaggiose – diventino quelle dominanti.

“Abbiamo analizzato i dati sulle variazioni del campo tra 86 e 276, 5 milioni di anni fa – spiega Maffei – e li abbiamo incrociati con quelli sull’origine di nuove piante. Risultato: esiste una chiara correlazione tra i due fenomeni”.

Inversioni del campo geomagnetico ed evoluzione delle angiosperme . Nel confronto diretto della polarità GMF e della deviazione delle angiosperme è interessante notare che la maggior parte della deviazione si è verificata durante periodi di normale polarità magnetica

Link documento (ENG) in PDF : https://issuu.com/derekwillstar/docs/fpls-05-00445

Da consultare anche il link sul sito : https://www.fortunadrago.it/5200/vita-vegetale-vegetable-life/