Raimondo di Sangro

“Una sola menzogna distrugge la riputazione d’un Uomo onesto: essa lo rende sospetto di falsità anche allorchè egli dice la verità”.Raimondo di Sangro Principe di San Severo – Lettera Apologetica 1751 Napoli Citazione a P.100   (Torremaggiore, 30 gennaio 1710 – Napoli, 22 marzo 1771), è stato un esoterista, inventore, anatomista, militare, chimico, letterato e accademico italiano. Nei laboratori sotterranei del suo palazzo, in largo San Domenico Maggiore, il principe si dedicò a sperimentazioni nei più disparati campi delle scienze e delle arti, dalla chimica all’idrostatica, dalla tipografia alla meccanica, raggiungendo risultati che apparvero “prodigiosi” ai contemporanei. In virtù della sua concezione prevalentemente esoterica della conoscenza, di Sangro fu però sempre restio a rivelare nei dettagli i “segreti” delle sue invenzioni.

Quipu
Lettera Apologetica

Nella tipografia impiantata nel suo palazzo egli stampò, (con una tecnica innovativa tale che narra egli stesso di essere riuscito a stampare pagine a più colori in “una sola passata”)  nello stesso 1751 (ma con la data 1750), il suo capolavoro letterario: la Lettera Apologetica dell’Esercitato Accademico della Crusca contenente la Difesa del libro intitolato Lettere d’una Peruana per rispetto alla supposizione de’ Quipu scritta alla Duchessa di S**** e dalla medesima fatta pubblicare. Formalmente incentrata sulla traduzione d’un antico sistema di segni (i quipu che secondo il Principe : “Le signorine che volessero procurarsi una bizzarra occupazione potrebbero rimetterlo in voga”) in uso presso gli Incas del Perù (si deve forse alla traduzione di alcui di questi quipu,la conoscenza esoterica sviluppata dal principe che gli permetterà di cimentarsi nella “rigenerazione” la palingenesi), la Lettera Apologetica trattava molti temi pericolosi, citava un numero sterminato di autori eterodossi e diffondeva i fermenti innovativi della Massoneria, se non addirittura – secondo gli avversari del principe – messaggi esoterici veicolati attraverso un codice segreto. Giudicata come “una sentina di tutte l’eresie” e duramente attaccata da diversi pamphlet, l’opera fu messa al bando dalla Congregazione dell’Indice dei libri proibiti, e neanche la pubblicazione di una Supplica (1753) inviata dal principe al pontefice valse a far depennare l’Apologetica dall’elenco dei prohibiti.  Deluso e amareggiato, di Sangro si gettò nello “studio della fisica sperimentale” e installò nei sotterranei del suo palazzo una grande fornace e un laboratorio chimico “con ogni sorta di fornelli”, pervenendo a nuove sorprendenti scoperte, come quella di un misterioso “lume perpetuo”, a proposito del quale scrisse alcune lettere al fiorentino Giovanni Giraldi, tradotte poi in francese e riunite in un volume indirizzato allo scienziato Jean-Antoine Nollet (1753). Energie e sostanze erano da lui riversate, più che in qualunque altra attività, nella realizzazione del progetto iconografico della sua Cappella: venivano così alla luce capolavori come la Pudicizia, il Cristo velato, il Disinganno.La cui esecuzione materiale resta ancora un mistero. Due di esse infatti sembrano coperte da un velo trasparente di marmo che però è omogeneo con la statua sottostante, mentre la terza statua è coperta da una rete di marmo apparentemente posta successivamente ma anch’essa perfettamente omogenea con la statua. Una delle ipotesi, da parte degli estimatori moderni del principe, è che si tratti del risultato di un procedimento inventato dal Principe per “marmorizzare” un tessuto.

Tavolino Marmorizzato - Raimondo di Sangro

Nella Reggia di Caserta (sala dei ricevimenti) è esposto un tavolino donato al Re dal Principe di San Severo, ricavato dalla sezione d’un albero marmorizzato tramite una formula alchemica (il principe spaventato dalla rapidità del processo di marmorizzazione poi la distrusse) in cui è ben visibile la sezione del legno della pianta. Oggetto unico al mondo!

PALINGENESI

Post fata resurgo (“dopo la morte mi rialzo”)

Gli esperimenti di palingenesi (rigenerazione) sono senz’altro i più misteriosi tra quelli compiuti dal principe di Sansevero: secondo le fonti coeve, egli era in grado di riprodurre piante, insetti e piccoli animali dalle loro ceneri. Il riserbo del di Sangro sulle modalità di tali operazioni, però, fu quasi assoluto.

A riferire di una di queste incredibili esperienze fu il contemporaneo Giangiuseppe Origlia, che parlò di una vera e propria “risurrezione de’ granchi di fiume, i quali dopo calcinati a fuoco di riverbero, e ridotti in cenere, producono degli moltissimi insetti, e quindi da questi col secondo giornale inaffiamento di “sangue fresco di bue” , usato in una particolar maniera, ne rinascono quelli di bel nuovo”. L’astronomo Joseph Jérôme de Lalande, che conobbe il principe e visitò il suo palazzo, racconta nelle sue memorie di viaggio di “palingenesi naturale di vegetali e animali, specialmente con cenere di finocchio, che, secondo lui, riproduceva la pianta”.

Indicativo della massima riservatezza con cui di Sangro custodiva tale segreto è il passo conclusivo dell’anonima Breve nota di quel che si vede in casa del Principe di Sansevero, che, accennando alle “belle sperienze fatte altresì per rispetto alla palingenesia”, aggiunge che per poterle osservare “ci vuole della confidenza col medesimo”.

LA MORTE DEL PRINCIPE

Nel luglio 1770, infine, vi furono le sue ultime spettacolari uscite pubbliche: per alcune domeniche egli solcò le acque del golfo, da Capo Posillipo al Ponte della Maddalena, a bordo di una “carrozza marittima” di sua invenzione, che procedeva veloce sulle onde grazie a un ingegnoso sistema di pale a foggia di ruote. Di lì a poco, il 22 marzo 1771, si sarebbe spento a Palazzo Sansevero, a causa – stando alle fonti – di una malattia provocatagli dalle sue “chimiche preparazioni”.

La studiosa Clara Miccinelli, nel volume “Il tesoro del Principe di San Severo, Luce nei sotterranei” (Genova – ECIG, 1985), racconta di una lettera di Raimondo Di Sangro (sottoposta a perizia calligrafica e ritenuta autentica) datata 14 novembre 1763 e indirizzata al barone H. Theodor Tschudy, suo grande amico.

Pechblenda

In questa lettera ci sono passaggi criptati, scritti con un codice a traslitterazione. La Miccinelli ne fornisce la chiave di lettura: il Principe avrebbe scoperto la radioattività naturale a metà del ‘700, con almeno centocinquant’anni di anticipo sui coniugi Curie (e quindi fatta la loro stessa fine). Il “raggio-attivo”, così lo chiamava, proveniva da un minerale, la pechblenda (uranite che però Don Raimondo indicava con termini vaghi: “… quelle sostanze cristalline, luminescenti al buio color di pece e d’olive…”), e aveva un effetto letale sui viventi, come provato dalla sperimentazione sulle farfalle, effetto che si poteva però annullare con il piombo (chiamato “Saturno”).

Ecco come viene riportato il passaggio:

“Allorquando ebbi incontro con Supremo Fr. S. Germain, per Gabalì a lui mostrai la scoperta di quelle sostanze (che sapete) cristalline luminescenti al buio di color pece e d’olive (ch’ebbi in gentile dono da S. M. di Prussia) ch’io purgai da piombo, silicio, rame e varie impurità. Le quali subirono in crogiolo concentrato nei vari cammini alchemici. Esse procurarono la morte di farfalle chiuse in ampolle con coverchi forati. Infrapponendo lastra di Piombo tra ampolle e sostanze, le farfalle non morirono. Saturno bloccava raggio e affluvio mortali. Il fenomeno è al pari di raggio-attivo, simile a quello osservasi nel Sole.”

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Ulteriori Informazioni

video link : https://www.youtube.com/watch?v=LBXPo7T60qg

Clara Miccinelli e il Principe di San Severo, un documentario di Giorgio Medail e Michele Brambilla, con la partecipazione dello storico Giorgio Conti.

video link : https://ok.ru/video/278788311678

Raimondo Di Sangro – Il Senso Nascosto by D.Domenico on Scribd

Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) – http://www.fortunadrago.it by D.Domenico on Scribd

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